Ora vi racconto una storia. Può essere la mia o quella di tante donne.
C’ era volta una brava bambina. Educata, gentile, obbediente.
L’avevano educata al rispetto delle regole e soprattutto a salvaguardare la reputazione sociale. L’importante era essere una persona perbene agli occhi degli altri.
Si fidanza con un bravo ragazzo, che diventa quel figlio maschio tanto desiderato dal padre. Lei ama e teme questo padre che sembra più presente e felice con questo figlio in casa.
Ama anche la madre: una donna che ha imparato ad essere sempre seconda, a non ascoltare mai i suoi bisogni e i suoi desideri, che considera i sacrifici e le rinunce dimostrazione d’amore. Cosi si prepara anche lei a diventare una brava moglie.
Poi all’improvviso, questo progetto di vita, viene interrotto dall’arrivo di un uomo.
La guarda in modo diverso, penetrandola di passione e di desiderio, e lei si accorge di quanta tristezza aveva nel cuore ma anche di quanta voglia di vivere, di amare, di lasciarsi travolgere da un’avventura.
Cosi prende il coraggio a due mani, lascia il fidanzato e scappa con l’uomo nuovo.
Un amore impossibile. Lui non mantiene le promesse che le aveva fatto. Si accorge che è stata ingenua, che anche lui, nonostante l’età, è come un bambino spaventato dalle conseguenze delle sue pulsioni.
Così, umiliata e tradita, torna a casa.
Al rientro, si accorge di aver perso tutto ciò su cui aveva costruito la sua identità, la reputazione, il rispetto, le amiche, la fiducia dei genitori e dei parenti e anche la prospettiva di un lavoro sicuro.
Ma quella che sembrava una disfatta si trasforma in realtà, nell’occasione per la sua rinascita.
Finalmente “lo scandalo”, l’ha liberata dalla trappola del perbenismo. La disobbedienza e il tradimento dei valori familiari e sociali, hanno rotto quella struttura della personalità ormai inadeguata, stretta, impropria alla nuova sé, che vede fiorire.
Non ha più paura del padre e riesce a guardare la madre con occhi nuovi.
Scopre di poter sopravvivere ad una delusione e di essere capace di continuare a vivere. Comincia a ricostruire una nuova vita, dandosi il permesso di vivere e di amare a modo suo. E ringrazia in cuor suo, quell’uomo che l’ha liberata.
E scopre che non ci sono gli uomini sbagliati ma solo esperienze da vivere, che ci sono persone e incontri strumentali allo scopo. Ce le manda la vita per aprirci gli occhi, per darci la forza di liberarci da catene interiori che non sapevamo di avere.
Lasciandoci qualcosa di importante che nessuno ci porterà più via: la libertà, la dignità, la forza di essere se stessi, così come la vita ci chiama.