Non “psicologizziamo” tutto. Breve storia felice.

Qualche mese fa, su consiglio del figlio, arriva da me una signora di 72 anni.

“S𝘵𝘰 𝘮𝘢𝘭𝘦 𝘥𝘢 𝘥𝘶𝘦 𝘢𝘯𝘯𝘪. 𝘈𝘯𝘴𝘪𝘢, 𝘥𝘦𝘱𝘳𝘦𝘴𝘴𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘦 𝘢𝘵𝘵𝘢𝘤𝘤𝘩𝘪 𝘥𝘪 𝘱𝘢𝘯𝘪𝘤𝘰. 𝘔𝘪 𝘴𝘦𝘯𝘵𝘰 𝘴𝘦𝘮𝘱𝘳𝘦 𝘥𝘦𝘣𝘰𝘭𝘦. 𝘚𝘰𝘯𝘰 𝘴𝘵𝘢𝘵𝘢 𝘥𝘢𝘭𝘭𝘰 𝘱𝘴𝘪𝘤𝘩𝘪𝘢𝘵𝘳𝘢 𝘮𝘢 𝘪 𝘧𝘢𝘳𝘮𝘢𝘤𝘪 𝘮𝘪 𝘧𝘢𝘯𝘯𝘰 𝘥𝘰𝘳𝘮𝘪𝘳𝘦 𝘦 𝘯𝘰𝘯 𝘩𝘰 𝘳𝘪𝘴𝘰𝘭𝘵𝘰 𝘯𝘶𝘭𝘭𝘢.

𝘏𝘰 𝘶𝘯𝘢 𝘱𝘢𝘵𝘰𝘭𝘰𝘨𝘪𝘢 𝘢𝘪 𝘳𝘦𝘯𝘪 𝘯𝘰𝘯 𝘱𝘳𝘦𝘴𝘢 𝘪𝘯 𝘵𝘦𝘮𝘱𝘰.

𝘘𝘶𝘢𝘯𝘥𝘰 𝘮𝘪 𝘴𝘷𝘦𝘨𝘭𝘪𝘰 𝘭𝘢 𝘮𝘢𝘵𝘵𝘪𝘯𝘢 𝘴𝘰𝘯𝘰 𝘵𝘢𝘯𝘵𝘰 𝘴𝘵𝘢𝘯𝘤𝘢, 𝘧𝘢𝘤𝘤𝘪𝘰 𝘥𝘶𝘦 𝘰 𝘵𝘳𝘦 𝘤𝘰𝘴𝘦 𝘦 𝘥𝘦𝘷𝘰 𝘳𝘪𝘵𝘰𝘳𝘯𝘢𝘳𝘦 𝘢 𝘭𝘦𝘵𝘵𝘰. 𝘕𝘰𝘯 𝘳𝘪𝘦𝘴𝘤𝘰 𝘱𝘪𝘶̀ 𝘢 𝘤𝘢𝘮𝘮𝘪𝘯𝘢𝘳𝘦 𝘥𝘢 𝘴𝘰𝘭𝘢. 𝘔𝘪 𝘴𝘦𝘯𝘵𝘰 𝘵𝘳𝘪𝘴𝘵𝘦 𝘦 𝘪𝘯𝘢𝘥𝘦𝘨𝘶𝘢𝘵𝘢. 𝘕𝘰𝘯 𝘮𝘪 𝘳𝘪𝘤𝘰𝘯𝘰𝘴𝘤𝘰 𝘱𝘪𝘶̀. 𝘗𝘳𝘪𝘮𝘢 𝘦𝘳𝘰 𝘪𝘰 𝘭𝘢 𝘧𝘰𝘳𝘵𝘦, 𝘴𝘰𝘴𝘵𝘦𝘯𝘦𝘷𝘰 𝘵𝘶𝘵𝘵𝘪 . 𝘍𝘳𝘢 𝘱𝘰𝘤𝘰 𝘥𝘪𝘷𝘦𝘯𝘵𝘦𝘳𝘰̀ 𝘯𝘰𝘯𝘯𝘢 𝘦 𝘯𝘰𝘯 𝘴𝘰 𝘤𝘰𝘮𝘦 𝘧𝘢𝘳𝘰̀ 𝘤𝘰𝘯 𝘲𝘶𝘦𝘴𝘵𝘢 𝘥𝘦𝘣𝘰𝘭𝘦𝘻𝘻𝘢.

Dopo qualche domanda “mirata”, la signora racconta che per “abbattere” il colesterolo, ha iniziato una dieta proteica, costosissima ( i prodotti li doveva comprare in farmacia), e “schifosissima” che le ha tolto la gioia di mangiare.

Da allora, ha cominciato a stare male ma nessuno le crede. La dieta pero’ non si tocca e nemmeno la nutrizionista, nonostante l’evidenza del malessere.

Così le hanno consigliato lo psicologo, perché c’è qualcosa che non va nella sua “testa”.

Mi rendo conto che quelli della signora non sono i classici sintomi e comportamenti ansiosi, che non è il tipico attacco di panico o la classica depressione.

Cosi le rispondo.

Signora, secondo me c’è in atto un’intossicazione di tutto l’organismo. I reni non funzionano e l’alimentazione è sbagliata.

Lei non ha un disturbo mentale, è intossicata.

Non ha bisogno dello psicologo ma di cambiare nutrizionista e di depurare l’organismo. Ne parli con il nefrologo che la visiterà.

La settimana dopo, torna.

𝘋𝘰𝘵𝘵𝘰𝘳𝘦𝘴𝘴𝘢, 𝘪𝘭 𝘱𝘳𝘰𝘧𝘦𝘴𝘴𝘰𝘳𝘦 𝘮𝘪 𝘩𝘢 𝘥𝘦𝘵𝘵𝘰 𝘤𝘩𝘦 𝘷𝘰𝘳𝘳𝘦𝘣𝘣𝘦 𝘱𝘢𝘳𝘭𝘢𝘳𝘦 𝘤𝘰𝘯 𝘭𝘦𝘪 𝘱𝘦𝘳𝘤𝘩𝘦́ 𝘩𝘢 𝘧𝘢𝘵𝘵𝘰 𝘶𝘯’𝘰𝘴𝘴𝘦𝘳𝘷𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘪𝘯𝘵𝘦𝘳𝘦𝘴𝘴𝘢𝘯𝘵𝘦 𝘦 𝘪 𝘱𝘳𝘰𝘣𝘭𝘦𝘮𝘪 𝘱𝘴𝘪𝘤𝘰𝘭𝘰𝘨𝘪𝘤𝘪 𝘱𝘰𝘴𝘴𝘰𝘯𝘰 𝘦𝘴𝘴𝘦𝘳𝘦 𝘭𝘦𝘨𝘢𝘵𝘪 𝘢𝘭 𝘮𝘢𝘭𝘦𝘴𝘴𝘦𝘳𝘦 𝘧𝘪𝘴𝘪𝘤𝘰. 𝘔𝘪 𝘴𝘦𝘯𝘵𝘰 𝘶𝘯 𝘱𝘰’ 𝘳𝘪𝘯𝘤𝘶𝘰𝘳𝘢𝘵𝘢.

Eh già! Perché non esiste soltanto l’aspetto psico-somatico cioè cause psicologiche che influiscono sul soma, ma anche l’aspetto somato – psichico cioè il malessere psicologico parte dal corpo.

Non possiamo assolutizzare un solo punto di vista, guardare in una sola direzione. Siamo un’unità di mente-corpo-anima che interagisce continuamente.

E aggiungo che interagiamo con l’ambiente costituito sia dalle nostre relazioni affettive e sociali che dall’aria che respiriamo e dal cibo di cui ci nutriamo ( questi ultimi, stiamo verificando come siano sempre più spesso modificati artificialmente).

La signora torna dopo 15 giorni. È sola, non più appoggiata al braccio del marito.

𝘋𝘰𝘵𝘵𝘰𝘳𝘦𝘴𝘴𝘢, 𝘤𝘢𝘮𝘮𝘪𝘯𝘰 𝘥𝘢 𝘴𝘰𝘭𝘢! 𝘔𝘪𝘰 𝘮𝘢𝘳𝘪𝘵𝘰 𝘮𝘪 𝘢𝘴𝘱𝘦𝘵𝘵𝘢 𝘥𝘪 𝘴𝘰𝘵𝘵𝘰. 𝘌 𝘩𝘰 𝘢𝘯𝘤𝘩𝘦 𝘮𝘢𝘯𝘨𝘪𝘢𝘵𝘰 𝘪𝘭 𝘤𝘰𝘤𝘰𝘮𝘦𝘳𝘰!

𝘎𝘳𝘢𝘻𝘪𝘦, 𝘢𝘷𝘦𝘷𝘢 𝘳𝘢𝘨𝘪𝘰𝘯𝘦. 𝘊𝘳𝘦𝘥𝘰 𝘱𝘳𝘰𝘱𝘳𝘪𝘰 𝘥𝘪 𝘯𝘰𝘯 𝘢𝘷𝘦𝘳 𝘣𝘪𝘴𝘰𝘨𝘯𝘰 𝘥𝘪 𝘵𝘰𝘳𝘯𝘢𝘳𝘦 𝘥𝘢 𝘭𝘦𝘪.

E queste sono le mie soddisfazioni!