Quando una persona si rivolge allo psicoterapeuta o allo psicologo è convinta che per poter guarire o stare meglio, sia necessario trovare la causa del disagio e rintracciare i traumi dell’infanzia. Ciò comporta tempi lunghi, impegno e costi onerosi. Così molti preferiscono rivolgersi ai farmaci o tenersi il problema. Altri invece, coraggiosamente intraprendono il “percorso” cominciando a  raccontare, a spiegare i fatti, fornire dettagli  perché vogliono capire, arrivare alla causa, convinti che sia il professionista a dover trovare poi la soluzione, a far sparire blocchi, dolori e disagi. Ma lo psicoterapeuta non guarisce nessuno perché capire non significa guarire; capire non risolve l’insoddisfazione, la tristezza, la depressione; non cancella il dolore di un lutto, di un abbandono; non scioglie la rabbia per un’ingiustizia subita, né il senso di colpa per un comportamento sbagliato o una parola non detta. Così  rimangono in terapia per anni: sanno tutto ma non è cambiato niente.

Perche? Perché il dolore, la sofferenza, il problema sono iniziati con un’esperienza personale, cioè una realtà soggettiva vissuta contemporaneamente con il corpo, con la mente e con l’emozione e memorizzata nella profondità delle cellule. Per cambiarla, serve un’altra esperienza correttiva che modifichi la precedente. Un’esperienza che inneschi un piccolo cambiamento percettivo a cui ne potranno seguire altri più estesi, più facili, che producano nuove memorie, nuovi modi di agire e reagire, nuovi modi di vivere, di relazionarsi, di amare.

Fare questa esperienza non è difficile; serve la disponibilità a cambiare, seriamente.

Il professionista si limita a favorire un primo, piccolo movimento interiore e poi aspettare che la persona integri quanto vissuto e osservato e sia pronta per un successivo piccolo, graduale cambiamento, secondo i  suoi tempi, la sua personalità, le sue resistenze, le difficoltà  oggettive che incontra, secondo i tempi dell’io e le decisioni dell’anima. E’ la persona artefice della sua trasformazione e del suo benessere.

Questo è ciò che intendo con MicroTerapia. Micro perché si fa quel “poco”  ma così essenziale da innescare un grande cambiamento. E capita, che a volte, basti un solo e unico incontro. Si decide insieme alla persona, in base ai suoi tempi, con grande rispetto per i movimenti della sua anima e del suo grande destino.

P.S  La MicroTerapia integra principalmente, Le Costellazioni familiari e spirituali di Bert Hellinger e le Biocostellazioni® di Gabriele Policardo per i sintomi fisici.