Spesso, mi trovo davanti donne belle, intelligenti, autonome che sono sole. Sono pronte a vivere la dimensione della coppia, non necessariamente un matrimonio. Eppure non trovano un uomo che rimanga.

Nonostante la loro personale introspezione su dinamiche familiari, sistemiche o responsabilità individuali, si ritrovano allo stesso punto: gli uomini prima o poi scappano, si dileguano senza motivi, senza parole, senza giustificazioni. Dopo qualche incontro precisano che vogliono sentirsi liberi, senza legami. Basta un messaggino su whazzap, quando c’è, e via. Forse richiameranno, prima o poi.

E queste donne si tormentano con mille pensieri, dubbi, sensi di colpa e di inadeguatezza.

Qualche volta, mi capita di ricevere qualcuno di questi uomini, in crisi anche loro.

Qualcuno ha da poco compiuto i trent’anni, altri hanno superato la soglia dei quarant’anni o dei cinquanta. C’è chi non è sposato, chi è separato e non vuole una nuova relazione, chi non vuole figli.

Poi ci sono quelli che si conoscono e interagiscono sui social e che rimandano un incontro di persona perché non si sentono “pronti”.

Mi accorgo che hanno nella testa un’idea della donna, cioè la vogliono come oggetto di fantasia sotto le lenzuola, ma poi quando si tratta di incontrarla dal vivo, si bloccano per paura del confronto, del giudizio, della delusione, di un possibile rifiuto.

Perché la persona dal vivo, di presenza è sempre una grande cosa e bisogna avere una certa maturità per gestire l’impatto di uno sguardo, la forza di un’emozione, l’intimità di un dialogo, lo spiazzamento di una reazione.

E così mi vengono in mente certi bambini che sotto la tavola, guardano le gambe delle donne, che guardano il mondo della femminilità nascosti sotto la gonna della mamma incapaci di relazionarsi, di corteggiare, di parlare con le donne, specialmente quelle consapevoli di se stesse, di cosa vogliono, indipendenti e libere.

Vedo che in giro ci sono ancora tanti “figli” che cercano madri compiacenti, dolci e pazienti. Le trovano inizialmente, perché le donne sono predisposte all’accudimento ma poi le vedono cambiare, fare richieste di impegno, di concretezza, di presenza. E scappano, per non dover sentire e sostenere la pressione di crescere e diventare veri uomini.

Ma le donne, cadono sempre nello stesso errore. Continuano a lamentarsi di questi partner infantili e delle loro madri che li hanno educati in modo sbagliato ma poi quando sperimentano di persona la maternità, ripetono lo stesso schema d’amore di cui si lamentano. Fedeli inconsapevoli a un copione che si ripete da secoli.

Se si vuole un vero uomo accanto, bisogna cominciare a costruirlo prima. Prima della nascita e con l’educazione. Smettendo per esempio, di guardare un figlio come il vero unico amore, il maschio ideale proiettando su di lui bisogni e aspettative irrisolte con il proprio partner o con il proprio padre.
State creando fidanzati fedeli che diventeranno esattamente come quello che avete scelto e che state criticando. E non farete entrare nessuna donna accanto a lui, perché la combatterete come una competitor.

L’uomo cambia se prima cambiano le donne, liberandosi da scelte, convinzioni, lotte e destini altrui attraverso la consapevolezza e la disobbedienza personale, favorendo anche quella dei figli.

Se con coscienza e onestà, credete davvero di aver fatto abbastanza ricerca e lavoro personale su voi stesse ma vi ritrovate ancora sole, potete accettare di vivere anche senza un uomo, senza dovervi necessariamente sentirvi menomate o sbagliate.

Perché ormai sapete che un uomo per entrare nella vostra vita, deve migliorarla e arricchirla, altrimenti state bene anche da sole.
Oppure, potete semplicemente permettervi di godere una storia d’amore senza aspettative irrealistiche o illusioni infantili.

Si vive benissimo, anche così.

La vita può essere piena, soddisfacente e gioiosa ugualmente. Ma la decidi tu, cominciando da oggi.