A volte si incontrano persone che guardano fisse a terra, per aria, da un lato. Tu parli e loro non ti ascoltano, come assenti.
Sarà capitato anche a voi, qualche volta. Vi incantate. Poi qualcuno vi dice: “Oh ti svegli? Mi guardi”? E ritornate improvvisamente presenti, in questa realtà da cui eravate andati via per un po’. Dove? Non ve lo ricordate.
Lo facciamo tutti i giorni, mentre guidiamo, mentre ci trucchiamo, mentre ci asciughiamo i capelli, mentre giriamo il sugo o stiriamo.
I più bravi di tutti – diceva Milton Erickson – padre dell’Ipnositerapia – sono gli autisti, i taxisti. Stanno ore in fila nel traffico o davanti ad un semaforo e se ne vanno con la mente da un’altra parte mentre il corpo continua meccanicamente a fare le cose.
E’ una trance quotidiana normalissima, non indotta da qualcuno. La mente si riposa, se è vuota. Ma la mente vuota si ottiene con la pratica e la disciplina.
Invece la trance che viviamo, proprio perché non è guidata e inconsapevole, ci porta a vivere, a costruire una realtà parallela, fatta di persone, di luoghi, di frasi, di ricordi, memorie, fantasie, prospettive future e nostalgie.
Questa trance ci porta dentro un film che il più delle volte ci programma spesso in modo peggiorativo. Poi sentiamo arrivare l’ansia, la paura, l’insicurezza e si comincia a vedere il mondo brutto e pericoloso in una sorta di selezione tematica: vediamo solo i problemi, le malattie, quello che manca. E tuttò ciò si trasforma in ossessione dentro il cervello.
Allora stiamo attenti quando vediamo le persone distaccate, incantate, distratte. Svegliamole. Ma soprattutto stiamo attenti noi, non lasciamo mai che la mente si fissi perché non sappiamo poi l’effetto che ci farà.
La mente va educata, dovrebbe scorrere sempre, in continuazione come un ruscello. Così preserviamo la salute e non permettiamo che costruisca fuori, gli effetti spiacevoli di quelle che credevamo innocenti e inconsapevoli fantasticherie.