“Dottoressa, voglio tornare come prima. Da quando ho fatto “la punturina” penso agli effetti collaterali e non dormo per paura che mi venga un infarto. Sto contando i giorni per sentirmi in salvo”.
“Devo partire e ho paura di morire durante il viaggio. E se gli aiuti arrivano troppo tardi?
“Dottoressa, ho dovuto far venire mio figlio a dormire a casa. Ho paura di sentirmi male durante la notte”.
Non credevo di dover affrontare questa tematica con persone che già conoscevo e non soffrivano d’ansia. Né di incontrarne di nuove con questo problema.
Sono donne e uomini. Giovani e meno giovani.
La mia prima reazione è la rabbia nei confronti di una comunicazione mediatica schizofrenogena, terroristica, contraddittoria, non scientifica, propagandistica. Nei confronti di un marketing aggressivo e ossessivo perpretato indefessamente dagli organi di stato e dai loro portavoce che sono le TV.
Si rendono conto di ciò che stanno facendo alla psiche delle persone?
Si rendono conto di aver moltiplicato un numero indecifrato di ipocondriaci ? Di aver causato disturbi post-traumatici da stress?
Di aver generato ansia e depressione nei giovani che hanno paura del futuro?
Sono gli stessi che poi finanziano le cure psichiatriche e i sostegni psicologici per curarti da ciò che loro stessi hanno provocato.
Ma poi faccio un bel respiro e guardo la persona davanti a me. Aldilà delle considerazioni personali, ho il compito di mettermi al servizio per aiutarla a superare il suo malessere.
Perché lo hai fatto? – Chiedo.
Ma io non volevo! – Mi rispondono – Me lo sentivo che non lo dovevo fare, avevo dei dubbi. Ma a casa, sul lavoro mi hanno fatto pressioni. Sono andato perché l’hanno fatto tutti. Perchè volevo essere finalmente libera!Ma la seconda dose dottoressa, non la farò!
E sono tanti, tantissimi in queste condizioni. Molti di questi “pentiti” non parlano, stanno male e non chiedono aiuto.
Cosa possiamo fare ora?
Provo a dare e condividere un mio piccolo contributo.
Prima di tutto, bisogna comprendere che questi disturbi sono generati da un CONFLITTO INTERIORE.
C’è un conflitto biologico e uno psicologico.
Il conflitto biologico è un’esperienza traumatica, improvvisa e inaspettata che viene vissuta e percepita in modo non verbale, ma viscerale e biologica. Non la possiamo prevedere, né prevenire.
Esempio.
Mangi una frittura di pesce. Il pesce non è fresco ma non te ne accorgi. Il boccone avariato causa una colica. La risposta biologica della nausea o della diarrea non la puoi prevenire, nè controllare.
Ma il corpo può reagire con la nausea e la colica anche se il pesce è buono. L’organismo può rigettarlo se la persona – mentre mangiava – litigava con qualcuno, oppure è stata abbandonata, umiliata, o ha ricevuto una notizia spiacevole che l’ha spiazzata. Insieme a quell’alimento viene “ingerita” anche la reazione emotiva vissuta dalla persona e l’organismo reagirà (come avviene nei casi di molte intolleranze alimentari).
Ciò è possibile perchè c’è una corrispondenza tra psiche-organo e cervello e ognuno di noi vive le esperienze in modo unico e personalissimo e reagisce in base al proprio vissuto.
Poi c’è il conflitto psicologico.
E’ un disagio che nasce da una funzione della coscienza, dell’io della persona. E’ postumo ad una riflessione, ad un ripensamento.
E’ la conseguenza di un’ interpretazione psicologica che la persona dà ad un evento. La convinzione, la fede, la credenza a cui la persona si rende disponibile, si sincronizza con la totalità psicorganica e determina un effetto.
L’ansia e l’attacco di panico si scatenano non a seguito di ciò che è accaduto nel passato, ma per la preccupazione, la paura di ciò che accadrà. Riguarda sempre la percezione angosciosa del futuro. C’è l’aspettativa di una disgrazia, della morte, di una malattia.
La mente immagina, “vede” il pericolo e il corpo reagisce ad un probabile attacco alla propria integrità con l’ansia patologica che ha la funzione di proteggere la persona dalla morte.
Ovviamente, per reagire in questo modo, la persona ha già dato il permesso interiore e inconsapevole di essere influenzata, manipolata da stimoli esterni che non ha saputo o voluto controllare perché non era abbastanza integra, presente, consapevole a se stessa. Era fiduciosa, distratta, in buona fede.
E’ una persona che ha imparato a non ascoltare i messaggi del suo corpo, a smentire le sue intuizioni, a reprimere i suoi desideri, i suoi bisogni perché educata a dare importanza sempre prima agli altri e a screditare se stessa.
Questo tipo di conflitto quindi è il contrasto tra i bisogni autentici dell’individuo e le istanze sociali introiettate.
La risposta dell’ansia e dell’attacco di panico appartengono alla sfera esistenziale della persona, alla sfera della sua personalità, dipende dal suo rapporto con gli altri e con il contesto in cui vive.
Ora, ritornando al siero e ai malesseri psico-emotivi.
Una volta fatto, non puoi cambiare niente. Puoi però iniziare a comprendere, ad accettarti, ad autoconoscerti, a scoprirti e trarne un insegnamento per il futuro.
Puoi comprendere che quando agisci, quando devi rispondere a qualcuno o qualcosa, prima di prendere una decisione, non bisogna mai perdere il contatto con te stessa/o, con il tuo respiro, con i battiti del tuo cuore.
Le cellule sono “intelligenze”, hanno un’identità e un ambiente che difendono e reagiscono a ciò con cui vengono in contatto. Anche quando percepisci un malessere, un sintomo, stanno svolgendo comunque il loro compito biologico, sono sempre fedeli a se stesse, al loro progetto.
Quindi ora, puoi avere fiducia del tuo corpo perchè ha la sua logica, le sue leggi, i suoi ordini millenari e come asserisce un caro amico – “ il corpo ha sempre ragione” , e fa ciò che deve fare, anche se non ci pensi.
Dall’ansia di oggi, puoi cominciare ad amarlo di più, tutti i giorni. A rispettarlo, perché è un luogo sacro, inviolabile.
Tu psicologicamente, con la tua volontà puoi dare o meno il consenso a far entrare ciò che è bene o male per te. E sai che reagirai a ciò che “senti”, che “percepisci” come bene o male per te.
Imparerai a dire “si” quando è si, per te. E “no” quando è no, per te.
Ogni volta che hai un dubbio su qualcuno o qualcosa, se percepisci un allarme o una paura ma non ti ascolti e segui la direzione di qualcun’altro, potrai poi subire delle conseguenze nella sfera emotiva e anche fisica. E questo vale per tutto ciò che fai.
L’importante è rimanere fedele a te stesso, alla tua integrità.
La prossima volta, starai più attenta/o e riuscirai a rispettarti e farti rispettare di più.
La salute è nelle tue mani ed è una tua responsabilità. Non è più possibile delegarla totalmente a qualcun altro.
Perché non siamo soltanto la nostra biologia. Non siamo esseri piccoli e limitati. Apparteniamo a qualcosa di più grande che ha una sua intelligenza e una saggezza molto più ampia a cui possiamo connetterci, aldilà delle logiche e delle deduzioni dei nostri piccoli e limitati “Io”.