Ho notato che spesso, nelle parole e nei comportamenti, si esterna una forma di amore che in realtà sottolinea l’inferiorità dell’altro e invece di amarlo, lo si disprezza.
Mi è capitato di osservarlo dietro molti atteggiamenti paternalistici e sentimentali di un padre, di una madre, di amici ma anche di alcuni sacerdoti. Ma lo ritrovo anche dietro molte professioni di aiuto, dietro forme di comprensione di tipo legale, medico, psicologico e attività filantropiche.
Loro ti dicono: “Io ti amo, ti comprendo, ti sono vicino” in un modo che sottintende: “perché sei piccolo, sei debole, hai bisogno di me, per fortuna che ti amo io altrimenti..”.
E’ un amare che serve per confermare la propria superiorità. Ma l’altro non cresce e si lo si impoverisce della sua dignità.
Questo tipo di amore non ha niente a che vedere con il vero amore. E’ come fare e ricevere l’elemosina. E mentre te lo dico, ti confermo che sei inferiore, che non vali niente perché hai valore solo perché ti amo io e sono vicino a te.
“Io ti amo”. Perché?
Non c’è un perché. Ti amo perché mi piace amarti, perché quando sono con te la vita è più bella, perchè mi fai sentire bene, perchè per me è così.
Ti amo perché sei un valore che arricchisce anche il mio esistere e insieme esaltiamo la nostra esistenza e si rafforza la fierezza di esistere così come siamo.
Non è più bello amare così?