Credo sia capitato a molte donne di innamorarsi di un uomo sposato o impegnato in un’altra relazione. Sono amori sofferti, dolorosi, conflittuali in cui la donna si consuma nell’attesa che lui trovi il coraggio per liberarsi da quel legame che dice di non volere più.
Trascorre le serate e i week end in casa ad aspettare una telefonata, sempre disponibile ad adattarsi ai ritagli di tempo che lui può concedere; rimane alzata fino a tardi anche se è stanca perché lui ha promesso che passerà per un saluto.
I pochi amici che le sono rimasti non sanno nulla, oppure non la cercano più. Quando capita di accettare un invito, se ne pente immediatamente perché lui la chiama dicendo che voleva vederla ma lei non c’era. E continua la sua esistenza e la sua relazione d’amore confinata tra le mura di casa per non farsi vedere, per non correre il rischio di farsi scoprire, per proteggere lui da eventuali scandali, rinunciando ad un pranzo, ad un cinema, ad un fine settimana da soli.
E questa donna crede o vuole credere, a ciò che lui le dice: che con la moglie è infelice, che la moglie non lo capisce, che solo tu lo capisci, che solo con te riesce a sentirsi bene. Crede perfino che non fa più sesso con lei, che resta con lei per dovere, per i figli o perché non è il momento, perché lei è debole, fragile, rimandando all’infinito una decisione con mille scuse.
Ho conosciuto donne aspettare anni che lui prenda una posizione, che faccia una scelta e alla fine si rassegnano: non chiedono più niente perché sono sfinite e hanno deciso che “meglio poco che niente, meglio questo che rimanere sole”.
Perché viviamo questi amori infelici? Senza futuro, senza prospettive? E’ sfortuna? Ingiustizia? Immaturità? Scarsa autostima? Dipendenza affettiva?
Un pò di questi aspetti ci sono sicuramente ma andiamo un po’ più in profondità.
Quando due persone si incontrano e si innamorano, si incontrano anche due sistemi familiari. Si incontrano destini, ruoli, copioni, traumi non superati nostri o di altri, dolori e segreti inconfessati. E questi incontri avvengono perché sono passaggi esistenziali, esperienze che ci servono per crescere, per evolvere in consapevolezza anche se spesso si trasformano in trappole.
Questi amori infelici sono scelte fatte per rispettare un patto invisibile, scelte per fedeltà ad un amore antico, un amore nascosto, un amore invisibile verso uno dei nostri genitori o verso un antenato ormai dimenticato.
Allora, può capitare che una giovane donna, scelga il copione della “crocerossina” per salvare l’uomo da un dolore o da un amore infelice con la moglie. Ma non sa e non si accorge, che da piccola, in fondo al suo cuore, ha assorbito e accolto il dolore di suo padre, infelice nella relazione con la madre e così quando incontra l’uomo di un’altra, entrerà in risonanza con il dolore di questo padre o con un uomo del suo sistema familiare che ha avuto un destino difficile in amore. E nel suo cuore dirà “Io ti salverò”.
Può essere che fin da piccola, non abbia mai accettato la madre, che l’abbia criticata, disprezzata sentendosi superiore o migliore di lei. Così decide che sarà lei quella capace, quella degna di stare al fianco del padre, sarà lei l’altra donna che saprà dare al padre l’amore che la madre non gli ha dato.
Questa donna assume inconsapevolmente il ruolo della “fidanzata o cocca di papà”, impossibilitata nella vita a vivere un amore felice ed avere un uomo tutto per sé.
Altre volte, questi amori infelici hanno origine dal profondo amore che la bambina ha nei confronti della mamma o della nonna. Se una mamma ad esempio, è stata infelice con il padre, se si è pentita del matrimonio, se disprezza gli uomini, la figlia per amore, si sentirà in colpa ad essere felice con un uomo tutto suo e potrà scegliere di rimanere per sempre sola a sostenere la madre, ad imitarla boicottando tutte le sue relazioni o scegliendo l’uomo di un’altra, quindi impossibile per lei.
Quindi care donne, volete un amore tutto vostro? Cominciate a rivedere il rapporto con i vostri genitori. E’ da lì che inizia tutto.
Solo che non basta sapere, comprendere, essere consapevoli. Bisogna fare esperienze emozionali correttive per liberarsi da quei patti, da quelle convinzioni, da quegli attaccamenti anche da un punto di vista energetico e spirituale.
Significa incontrare i dolori, i desideri e le motivazioni della propria anima. Significa chiudere gli occhi e dire interiormente ai propri genitori: “Mi dispiace se hai sofferto, ma io sono solo tua figlia. Ti amo solo come una figlia e come tale mi rimetto al mio posto. In tuo onore sarò felice e ogni istante della mia felicità la conserverò nel mio cuore, anche per te”.
Così l’amore che prima era solo dolore e sacrificio si trasformerà in un amore che dà energia, gioia e voglia di vivere.