D. Chi soffrirebbe di più?

R. Mio padre.

A volte, la relazione sentimentale non si concretizza in un progetto di vita insieme. E non perché lui o lei siano “sbagliati”.
In realtà, dietro la scelta di quell’uomo c’è il tentativo di riportare a casa il figlio maschio o un fratello del padre mai nato o perduto precocemente.
E si continua a procrastinare la fine in un’agonia che consuma l’energia vitale di tutti e due.

Me ne resi conto tanti anni fa, quando “lavorando” sui miei ex, mi accorsi del grande amore che avevo per mio padre, scegliendo un ragazzo “per lui”, colui che avrebbe riparato le ferite del suo cuore e alleviato la sua solitudine.
Il solo pensiero di lasciarlo, scatenava in me un grande senso di colpa per il dolore che avrebbe provato mio padre.
Ci rimasi quasi 6 anni.

Poi mi arresi ad una forza più grande accogliendo una passione che spostò il mio sguardo e anche il mio destino.

L’ amore di una figlia verso il padre può essere così profondo che si sacrifica la propria vita, la gioia e la libertà per una missione impossibile.
Perché non possiamo guarire, curare, salvare nessuno. Soprattutto l’anima di un genitore.

Pero’ possiamo abbandonare il ruolo della “fatina magica” e guardare la forza immensa e compassionevole del suo destino alle sue spalle.
E ritornare umili, piccole, solo figlie.

E abbracciandolo, lasciare che il nostro cuore, riceva la sua benedizione per un nuovo amore, un nuovo uomo, una nuova storia d’amore piu’ matura, gioiosa e soprattutto equilibrata.